Red Lights

Regia: Rodrigo Cortés
Anno: 2012

Una psicologa e il suo assistente indagano sui fenomeni paranormali, quando un famoso medium del passato torna improvvisamente sulla scena.

A due anni da Buried – Sepolto, torna sul grande schermo il multiforme regista spagnolo Rodrigo Cortés, con una pellicola che si propone avvincente ma non troppo originale.
Red Lights, infatti, è la storia di Margareth Matheson, (Interpretata dalla tre volte candidata all’oscar Sigourney Weaver) psicologa dedita a confutare casi di attività paranormali assieme al suo asisstente Cillian Murphy (In Time, 2011; Inception, 2010). Trent’anni di attività e non un solo caso che non fosse veramente paranormale.
Ma l’equilibrio della storia è rotto dal ritorno sulla scena di un famoso medium del passato, Simon Silver (Robert De Niro), il quale sembra veramente evadere ogni tipo di limite razionale. La storia si infittirà di mistero attorno alla figura del medium, costringendo i protagonisti ad andare a fondo alle loro stesse storie.
Esistono davvero le Red Lights? Cose che non dovrebbero essere dove sono? Eventi paranormali e fuori dal comune?

Il film abbraccia una fascia potenzialmente ampia di curiosi, innestandosi a metà tra i thriller psicologici come Fight Club (David Fincher, 1999) e titoli improntati al paranormale come Il Sesto Senso (M. Night Shyamalan, 1999), rappresentando quindi un prodotto decisamente commerciale. I volti noti del cast, che si affastellano nelle immagini pubblicitarie e nei trailer, potrebbero portare in sala un discreto numero di interessati, decisi a cogliere il mistero dietro allo slogan poco originale della locandina, che fino alla fine, così come il film, tenta di ingannare lo spettatore: “E se non fosse un’illusione?” 

Il film è accompagnato da un cast di tutto rilievo, notevole l’interpretazione della Weaver, attorno al quale le scene sembrano sempre funzionare, e più che discreta quella dell’attore Cillian Murphy, ultimamente tra i più gettonati del genere.
Robert De Niro accetta di interpretare un personaggio forse leggermente sotto il livello a cui ci aveva abituato una manciata di anni fa e non sembra in forma come un tempo, ma il medium Simon Silver risulta comunque godibile, forse troppo poco antagonista.

La sceneggiatura offre un buon ritmo alla progressione della storia, anche se presenta dei momenti di incoerenza e non caratterizza fino a fondo i personaggi. Non riusciamo ad affezionarci all’eroe e ad avere abbastanza paura dell’antagonista.
Molti sono i cliché che incontriamo in questo thriller, nel costruire la tensione, nel creare i momenti di paura, ma in fondo sono necessari. Il finale regala un piacevole colpo di scena e, tutto sommato, la storia funziona e il film procede in modo abbastanza fluido ma senza stupire né brillare.

Molto moderna la fotografia e l’intera scelta cromatica del film, che si innesta su tonalità fredde e spente nella totalità della pellicola, coerentemente con gli eventi emotivi delle scene, a volte però un po’ troppo spinta.
Assieme alla regia è a tratti troppo invasiva e rompe la realtà del film, la scelta delle inquadrature è anch’essa in sintonia con i canoni moderni, ma non sempre è efficace a livello visivo e a volte non interpreta correttamente le scene.

La pellicola non offre molti momenti degni di analisi, inserendosi in un’innumerevole serie di titoli che lasciano il tempo che trovano regalandoci allo stesso tempo un intrattenimento poco impegnativo, ma tutto sommato gradevole.

Se state cercando un film che vi tenga a nervi tesi, che riesca a farsi amare, forse questo titolo non fa per voi. Se invece avete bisogno di una storiella discreta che vi tenga compagnia per 113 minuti, andate a vedere Red Lights.
Ma forse è il caso di aspettare che passi in tv a tenervi compagnia quando tornate a casa da lavoro, per il prezzo del biglietto ci sono molti altri film meritevoli di più attenzioni.

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