The Big Bang Theory

The Big Bang Theory

Regia: Chuck Lorre
Sceneggiatura: Bill Prady
Anno: 2007 – in corso

Cosa succederebbe se nella vita sfigata e un po’ triste di quattro nerd / geek entrasse con prepotenza una bella, procace, ma non particolarmente acculturata, campagnola del Nebraska?

È forse su questo interrogativo che Chuck Lorre e Bill Prady si sono arrovellati fino a generare quella che, negli anni, è diventata una delle sitcom più seguite, amate, discusse e criticate del panorama televisivo: The Big Bang Theory.

I due autori non sono nuovi a comedy esilaranti e di successo: nel 1997 collaborano alla creazione e alla direzione di Dharma & Greg. Lorre dirige poi Due uomini e mezzo (2003) e Mike & Molly (2010), mentre Prady è reduce da Sposati… con figli (1987/1997), Una mamma per amica (2000/2007) e Startrek: Voyager (1995/2001).
Di serie tv su quattro amici e le loro disavventure ne esistono a decine, penserete. Cosa avrà mai di diverso questa produzione tanto da uscire dal mucchio?
Andiamo con ordine e partiamo dalla trama.

Leonard Hofstadter, interpretato da Johnny Galecki (già visto inPappa e Ciccia di Matt Williams nel 1992, Hancock di Peter Berg nel 2008 e In Time di Andrew Niccol nel 2011) e Sheldon Cooper, Jim Parsons (Golden Globe e Emmy Awards per questo ruolo nel 2011) sono due giovani scienziati: rispettivamente, un fisico sperimentale e un fisico teorico. Oltre ad essere colleghi, entrambi impiegati al California Institute of Technology, sono buoni amici e dividono un appartamento in quel di Pasadena. La loro vita scorre ripetitiva, e priva di scossoni, tra il lavoro e le tante passioni che condividono con Howard Wolowitz, Simon Helberg (qui alla sua prima importante recitazione dopo varie piccole parti in svariati film e serie tv) un ingegnere aerospaziale e Rajesh Koothrappali, Kunal Rayyar (anche lui alla sua prima parte da protagonista) un astrofisico di origine indiana, anch’essi impiegati al C.I.T..

Da buoni geek (appassionati per la tecnologia in tutte le sue declinazioni, anche fantascientifiche, e con un elevato quoziente intellettivo) e nerd (intellettualoidi ma tendenzialmente sociopatici) quali sono, intrecciano pochissimi rapporti sentimentali, hanno difficoltà a interagire con le donne e passano le serate in casa a vedere film di fantascienza, a giocare in modalitàcooperativa online a World of Warcraft, a creare esperimenti fantasiosi, oppure a sfogliare in fumetteria le pagine delle amate avventure dei loro supereroi preferiti(di cui spesso, e ben volentieri, si mascherano).

Tutto ciò fino a quando Penny, prorompente nel fisico e nei modi di fare, non si trasferisce nell’appartamento adiacente ai nostri protagonisti. Leonard, quello del gruppo che più degli altri riconosce e si lamenta di essere un nerd, non tarderà ad innamorarsene. Da qui, dal contrasto tra due (o meglio cinque) personalità cosi diverse e singolari, nasceranno le varie situazioni a volte comiche, a volte dolci e toccanti, a volte riflessive, che tanto piacciono al pubblico.

In realtà la serie contiene gli stessi tòpoi che si possono facilmente rintracciare nelle più classiche e famose sitcom televisive statunitensi, a partire da Tre cuori in affitto (di Johnnie Mortimer nel1977), per arrivare a Friends (di Marta Kauffman, David Crane e Kevin Bright nel 1994) e How I met your mother (di Craig Thomas e Carter Bays nel 2005), giusto per citarne alcune in aggiunta a quelle create dagli stessi autori.

Un elemento retorico per tutti? Le ambientazioni: la case dei protagonisti; gli uffici al lavoro; la fumetteria; il ristorante preferito; i dialoghi in auto.

Ma sono i doppi sensi sul sesso a rendere davvero esilarante e innovativa la serie (paradossalmente, aggiungerei, visto che il sesso è il tòpos dei tòpoi): ma occorre soffermarsi un attimo sulle caratteristiche che contraddistinguono i vari personaggi, per chiarire meglio il concetto. Ognuno dei protagonisti ha un approccio al sesso, e alla vita in generale, che ha ripercussioni sullo stile di vitae addirittura (ma di questo ne parleremo più avanti) sul modo di parlare.

Penny è dipinta come una sempliciotta ragazza di campagna con il sogno di diventare attrice e, come si scoprirà nel corso delle puntate, forse proprio a causa della sua spontaneità e ingenuità, abbastanza libertina dal punto di vista sessuale.
Leonard ha ricevuto un’educazione severa, forse troppo, da una madre anch’essa scienziata, da cui avrebbe voluto ricevere più affetto. Tale mancanza lo porterà a gestire i rapporti con il gentil sesso in maniera insicura, dolce e, a volte, irruenta.

Howard è l’esatto opposto: vive ancora con la madre che lo tratta, e da cui si lascia trattare, ancora come un 17enne, e il suo rapporto col sesso è alquanto movimentato. È convinto di essere un latin lover, ma il suo armadio è pieno di bambole gonfiabili e oggetti di dubbia provenienza. È il personaggio che creerà, da questo punto di vista, le situazioni più imbarazzanti. Ma, cosi come per gli altri, anche per lui ci sarà la speranza di un rapporto genuino e maturo con Bernadette (Melissa Ivy Rauch, apparsa in diverse serie tv, tra cui True Blood di Alan Ball del 2008, e nel film I Love You, Man, per la regia di John Hamburg, 2009).

Rajesh è, invece, un caso limite e ha una personalità ambigua. Soffre di quello che la madre di Leonard gli diagnosticherà come mutismo selettivo (non riesce a parlare di fronte ad una donna, a meno che non sia sotto l’effetto dell’alcool) e nel corso delle stagioni, gli autori ci portano a credere che, se non proprio omosessuale, sia quantomeno metrosessuale (salutista, amante della cosmesi e dall’aspetto ipercurato). Anche qui, non è difficile immaginare quali situazioni possano nascere da un uomo che per parlare con una donna debba bere…

Infine, dulcis in fundo, Sheldon, il personaggio realmente principale della sitcom. Meriterebbe molto più spazio qui, perché volontariamente o meno, è lui a generare la quasi totalità deiproblemi, delle discussioni e deii contrasti nel gruppo, ma cerca sempre didarsi da fare per porre rimedio e trovare una soluzione, sebbene non sempre in maniera indolore. Più che altro lo fa per salvaguardare o ripristinare il suo quieto vivere.

È geniale, coltissimo, ma anche e soprattutto arrogante, ossessivo-compulsivo, immaturo e convinto di essere superiore rispetto a chiunque altro. Vive di regole, misurazioni, teorie e leggi che egli stesso crea e che, da buon scienziato, applica alla lettera.

Gli altri del gruppo lo credono asessuato, anche se in realtà, pur disprezzando i sentimenti e il sesso in favore della logica (come il suo idolo, Spock di Star Treck), anch’egli cederà di fronte all’amore per una donna che, in pratica, è il suo alter ego femminile, Amy Farrah Fowler (Mayim Bialik, famosa per aver recitato nel ruolo di Blossom Russo nell’omonima serie creata da Don Reo nel 1991). Formeranno così la coppia degli She-my, come ironicamente si diverte ad apostrofarli Penny.

Alla base della sitcom, quindi, è da sottolineare l’ottima caratterizzazione dei personaggi che si ripercuote praticamente su tutto. Ognuno di essi, infatti, ha un personale modo di vestire, una tipologia di battuta umoristica, un proprio modo di reagire alle situazioni e, come accennato in precedenza, un singolare modo di esprimersi.

In Italia, il successo per la serie è andato di pari passo con il disappunto per il lavoro di traduzione nel doppiaggio dei personaggi. Ciò perché i due autori hanno fortemente caratterizzato il modo di parlare dei protagonisti che, nella versione italiana è stato, come dire, uniformato, per non dire snaturato.

Il personaggio di Sheldon, per esempio, si esprime con una terminologia molto ricercata e derivata dall’ambito scientifico. Leonard, quando sotto pressione, tende a blaterare. Howard, da ebreo, utilizza molti termini propri della sua lingua d’origine. Penny, meno colta rispetto ai ragazzi, utilizza un linguaggio semplice e piuttosto che citare Star Wars o Star Treck, fa riferimento alle canzoni pop del momento. Rajesh, infine, da poco in America, ha un forte accento indiano e scambia un termine per un altro con, a volte, risultati esilaranti.

A tutto ciò, in una prima versione italiana, non era stato dato il giusto risalto, spingendo così i fan della serie a guardarla in lingua originale sottotitolata pur di non perdere la verve originale.

A seguito di varie e numerose proteste, è stato infine rieditato il doppiaggio a partire dal nono episodio con un’evidente miglioramento, in termini di qualità, della serie in toto.

Occorre spendere qualche parola anche sulla sigla della serie, data la sua particolarità e originalità: se la vita dei protagonisti ruota intorno alle scienze, cosa c’è di meglio che considerarli come il punto finale, odierno e in divenire certo, dell’evoluzione dell’umanità stessa?

Ecco allora una sequenza veloce, intensa e abbastanza completa, di ciò che accaduto sulla terra a partire appunto, dal Big bang, passando per la nascita del primo organismo monocellulare, i rettili, gli uomini di Neanderthal, la creazione delle piramidi, il Rinascimento italiano, la rivoluzione industriale, il monte Rushmore, e altre decine di fotogrammi di personaggi, sculture, avvenimenti politici e non, fino ad arrivare… al salotto dell’appartamento di Leonard e Sheldon, che cenano insieme a Penny, Howard e Rajesh. Il tutto sulle note allegre e coinvolgenti di The History of Everything dei Barenaked Ladies.

Arrivata alla sesta stagione, la serie promette di diventare, visto l’indice di ascolti e l’influenza sul gergo dei teenager di alcuni dei termini tipici dei personaggi (Bazinga!, su tutti), un cult dei nostri giorni.

L’unico augurio che si può fare al lavoro di Lorre e Prady è quello che ogni amante di sitcom spera: che una serie tv come questa, un po’ fuori dai canoni soprattutto per il carattere nerdiano/geekiano dei protagonisti, non si pieghi alle logiche di mercato, e non si protragga per una sfilza infinita di stagioni che, la maggior parte della volte, vanno di pari passo con una diminuzione della qualità.