Regia: Rian Johnson
Anno: 2012
Nel futuro, il viaggio nel tempo è stato inventato.
È utilizzato dalle più grandi organizzazioni criminali per far sparire personaggi scomodi, rimandandoli indietro nel 2044 dove i looper, killer professionisti, uccidono le malcapitate vittime. Joe, uno di loro, si troverà davanti nientemeno che lui stesso, trent’anni dopo.
Ebbene sì, nel 2012 scorre ancora acqua nuova sotto i ponti. Looper, del quasi esordiente regista Rian Johnson (solo due pellicole prima: Brick, 2005 e The Brothers Bloom, 2008) soffia una ventata fresca sul panorama cinematografico mondiale, con questo nuovo film in uscita in Italia il 31 gennaio 2013 distribuito dalla Walt Disney e che ha fatto il suo debutto negli USA il 28 Settembre di quest’anno.
Era da un anno circa, precisamente dall’uscita di In Time (Andrew Niccol, 2011) che non veniva proposta un’idea così originale. Rian Johnson scrive un film destinato a dare uno slancio deciso alla sua giovane carriera, tirando fuori un prodotto ottimo non solo a livello ideativo, ma anche nel suo sviluppo per intero, laddove In Time non era riuscito a soddisfare la critica.
Looper è ambientato nel 2044, in un futuro in cui l’umanità sembra definitivamente abbattuta dalla povertà.
Un mondo tecnologicamente non troppo più sviluppato del nostro, dove veicoli più o meno alternativi come moto volanti si alternano a vetture dei nostri tempi ormai consumate dal tempo. Schermi e telefoni ultra sottili e prevedibilmente touch screen, palazzoni e torri che crescono l’una sull’altra stile Blade Runner (Ridley Scott, 1982). Il 10% della popolazione umana, inoltre, porta in sé una mutazione genetica che gli permette la telecinesi (sposta gli oggetti senza toccarli). Una scenografia abbastanza curata, ma non troppo approfondita all’interno della storia.
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Ma passiamo alla trama: Joe, interpretato da Joseph Gordon-Levitt (Inception, 2010; Il Cavaliere Oscuro, 2008, per citarne alcuni) è un looper, un killer professionista che nel secondo giusto e con l’arma giusta deve far fuori una qualsiasi persona incappucciata e legata che gli si materializzi davanti, mandata dal futuro da un’organizzazione mafiosa che verosimilmente se ne vuole disfare.
L’equilibrio viene però rotto dall’arrivo di una vittima che al primo sguardo strega Joe, che indubbiamente lo riconosce come se stesso. Il Joe del futuro (Bruce Willis, lo stesso di Pulp Fiction,1999; Die Hard, 2000, e di una trentina di action movies di prima classe) arriva inoltre slegato e senza alcun cappuccio e approfittando dell’incredulità del suo più giovane ego, lo distrae e lo mette K.O. Reato assolutamente imperdonabile per ovvie ragioni di incompatibilità temporale: far scappare il proprio loop.
Joe compie purtroppo questo errore e si ritrova schiacciato tra la sua organizzazione che adesso deve ucciderlo per far sì che muoia anche il proprio loop e l’obiettivo del suo vecchio-se: uccidere Sid, il bambino che nel futuro diventerà il Rainmaker ed ucciderà sua moglie.
Wow, non male.
La sceneggiatura di Rian Johnson, lui stesso scrittore del film, è veramente originale: è un ottimo intreccio di colpi di scena, inseguimenti, tensione che sale senza mai distrarci dalla sincera profondità dei personaggi, descritti approfonditamente, originali, nuovi e vivi.
Finalmente un action sci-fi con un’antagonista da manuale: temibile, misterioso, e come si scoprirà durante lo svolgimento del film, Umano, con la U maiuscola, perchè Rian Johnson non solo riesce nel creare un antagonista capace di mutare radicalmente il protagonista come nella più classica delle storie, ma l’antagonista stesso è un bambino. La prole di ciò che nel futuro potrebbe diventare la più grande delle minacce, che serba in sè un potere telecinetico incontrollabile.
Tutto all’interno della trama è scandito in modo sicuro dall’alternarsi di scene di tipo emotivo e scene di pura ed eccitante azione, che spediscono il film dritto all’attenzione dello spettatore, invogliato a vedere di più, fino alla fine.
Morale semplice, quella del film: l’amore. Che sia per il figlio o per la propria moglie o per la propria vita, tutto è ricondotto al primo ed essenziale bisogno primario dell’uomo, e questo stratagemma coinvolge personalmente ogni persona che guarda -e si gode- Looper.
Recitazione da parte dei protagonisti davvero degna di nota: Joseph Gordon-Lewitt continua a farci vedere di che pasta è fatto, Bruce Willis è sempre il solito duro a morire, Emily Blunt, madre di Sid nel film, forse alla sua migliore apparizione sul grande schermo.
Ma sorprende tutti – e forse non verrà dimenticata per molto tempo – la prestazione di Pierce Gagnon, piccolo attore assolutamente strepitoso nel ruolo dell’antagonista.
Fotografia che non sorprende, colori naturali, inquadrature piacevoli, zero punti deboli, ma non è questo il punto di forza del film, che presenta anche una regia accademica, non brillante, ma mai fastidiosa a chi lo guarda: la realtà del film è preservata, il suo ritmo scandito bene, il tempo si allunga e si contrae in modo non dispersivo. Forse poca immersione nel finale ma, con un colpo di scena del genere, si fa fatica a farci caso.
Looper sarà pane per i denti di tutti i più affamati critici cinematografici sulla faccia della terra e proverà a crearsi il suo spazio spingendo qua e là tra i grossi titoli in uscita ad inizio 2013. Certo è che Rian Johnson, quasi quarantenne, è soltanto all’inizio, e come si evince anche dalle sue precedenti pellicole, sempre scritte da lui stesso, ha fantasia da vendere.
Niente è banale in questo film, si respira aria fresca, viene dipinto un quadretto inedito, che assomiglia qua e là ai vari sci-fi e action movies solo nelle strutture necessarie affinché il film stesso funzioni: l’improvvisa perdita di precisione dei nemici nel mirare ai protagonisti, Bruce Willis versione Chuck Norris che da solo ne uccide una dozzina ma, diciamoci la verità, spesso è quello che vogliamo vedere.
Passano in secondo piano anche alcuni errori logistici di poco conto: il protagonista viene ferito sulla spalla destra e magicamente la ferita si sposta sulla sinistra quando la donna meticolosamente la medica.
Comprate un biglietto, andate al cinema.
Guardate Looper.
E poi fateci sapere.
Come direbbero in America: Grab some popcorns and enjoy the movie.
Stay tuned.