Treno di notte per Lisbona

Regia: Bille August
Anno: 2013

Uno dei film fuori concorso della 63 esima edizione del film festival di Berlino  è ora in uscita anche nelle sale italiane: Treno di notte per Lisbona, tratto dal bestseller di Pascal Mercier è diretto dal regista danese Bille Augustd  due volte Palma d’Oro per la Pelle alla conquista del mondo (1988) e Con le migliori intenzioni (1992). Un super-cast composto di nomi rilevanti e di spicco come Jeremy Irons e Melanie Laurent  -la magnifica Shosanna di Bastardi Senza Gloria (Quentin Tarantino, 2009) –   fa da cornice ad una storia fragile e poco convincente.

Raimond Gregorius, professore svizzero dalla vita ben organizzata, solitaria e prevedibile; ogni giorno in attesa di un cambiamento e in ricerca della proprio identità, si reca a scuola per insegnare latino tra il disinteresse e il menefreghismo degli studenti. La svolta arriva quando, sulla strada per la scuola, salva una donna che sta per gettarasi giù da un ponte. È lei che dice a Raimond che cambierà la sua vita la vita in un istante, ed è proprio questo che accade: quando l’enigmatica e misteriosa donna dimentica il proprio cappotto rosso a casa del professore con un biglietto del treno per Lisbona nascosto nelle tasche. Recatosi alla stazione e  non trovando la giovane donna, Raimond  d’improvviso, decide di salire sul treno.

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Bille Augustd descrive la vita come un viaggio in solitudine in cui irrompe il caso e l’inatteso. Il film sembra proporsi quasi come un libro avventuroso. Thriller psicologico ben scritto sulla carta ma troppo articolato sullo schermo: i personaggi non sono sviluppati nella loro totalità ma tagliati con geometrica precisione nei caratteri e nei comportamenti e incasellati in ruoli fin troppo precisi.

L’aspetto senza dubbio più interessante e dinamtreno di notte per lisbonaico è una linea parallela, una narrazione  che accosta la difficile condizione della dittatura portoghese mostrata nei flashback con il presente della storia: un Portogallo piegato dalla crisi economica ma che resiste . I colori freddi e piovosi di Berna riflettono la vita monotona e solitaria del professore, e si contrappongono con forza alle tonalità calde e soleggianti dell’avventura e di Lisbona.

Il lungometraggio, nel suo complesso, però non convince; risulta apatico e lento nonostante le risorse investite e il cast che lo anima. La lontananza e il distacco dagli ambienti, soprattutto l’impossibilità di far rivivere le emozioni e i timori dei flashback storici sullo spettatore, è il grosso limite di questa pellicola che si presenta poco intrigante (benché un trailer ben montato, che incuriosisce).

Nella sostanza, Treno di notte per Lisbona racconta il cambiamento ma non lascia il segno come dovrebbe anzi, rende evidente ogni difetto di trama dello stesso libro che invece, riesce a far passare inosservate sulla carta. Un film in cui traspare la passione per il cambiamento  e il viaggio di un uomo, che viene proiettato in una nuova realtà dove scopre un nuovo significato nella vita e una nuova speranza per il futuro

Ma tutto questo non riesce ad arriva e coinvolgere il pubblico. Si consiglia la visione  dei 111 minuti (arrancati) previo riposino pomeridiano.