Regia: Mark Mylod
Sceneggiatura: Adam Horowitz, Edward Kitsis
Anno: 2011 – in produzione
E se anche nelle fiabe non ci fosse mai più un lieto fine?
Immaginiamo che esista un mondo parallelo al nostro e quel mondo sia proprio il mondo delle fiabe. Un’unica realtà a cui appartengono tutti i personaggi dei vari racconti fantastici. Colpiti da una maledizione si ritrovano nel mondo reale, strappati al loro felice destino.
Su questa premessa nasce la serie statunitense Once Upon a Time, ispirata a quel regno di magia raccolto nella letteratura fantastica. La serie si ispira liberamente alle fiabe più conosciute e crea un intreccio infinito di storie, desunte dal loro contesto originario, e riallacciate tra loro in modo impeccabile.
Proprio perché di ispirazione prettamente fantastica non mancano i luoghi comuni del genere.
La serie prende il via dalle nozze tra Biancaneve e il Principe Azzurro, a cui partecipano tutti i personaggi delle fiabe ad esclusione della Regina Cattiva, che pertanto medita vendetta. Una vendetta esemplare: li trasporta nel mondo reale, dove sono condannati a non essere mai più felici e contenti. Catapultati a Storybrooke, nel Maine, perdono memoria della loro vera identità e conducono vite normali nei panni di persone comuni. Ogni loro speranza di salvezza è riposta in una bambina, Emma, l’unica in grado di spezzare il sortilegio. Ma Emma (Jennifer Morrison, Allison Cameron in Dr. House, 2004-2012) cresce nel mondo reale, dove non c’è spazio per sogni e fantasia, dove l’unica realtà è quella che hai di fronte agli occhi ogni giorno. Perciò non crede alle fiabe. Solo lo sguardo incantato di un bambino, Henry (Jared Gilmore), potrà farle guardare il mondo da una prospettiva diversa.
I personaggi di Once Upon a Time, seppure figli di un genere un po’ fanciullesco, escono dalle loro immagini stereotipate e diventano figure connotate, dalle psicologie complesse e sfaccettate.
Ogni loro storia è parallela all’altra, ogni personaggio si trova a confrontarsi con l’altro. E ci stupiscono per le strette relazioni che scopriamo esserci tra personaggi che per noi, abituati ai classici della Disney, non dovrebbero neppure trovarsi sullo stesso schermo.
E tra i tanti protagonisti già noti ne troviamo due nuovi.
La già citata Emma Swan che interpreta la figlia di Biancaneve, è il personaggio più forte e imponente della serie, forse perché plasmata dalla realtà in cui è vissuta, quella vera. Suo figlio Henry, dato in adozione alla nascita, la ritrova nella puntata pilota della serie e la convince a restare con lui a Storybrooke.
Nel ruolo di Biancaneve c’è una timida e introversa Ginnifer Goodwin, vista nella serie tv Big Love (Julian Farino, 2006) e nei recenti La verità è che non gli piaci abbastanza (Ken Kwapis, 2009) e A single man (Tom Ford, 2009). È una Biancaneve rivisitata, che ama in un modo più umano, ma mantiene le peculiarità della correttezza e della bontà.
Anche la Regina Cattiva (Lana Parrilla), nonché sindaco di Storybrooke e madre adottiva di Henry, viene attualizzata in una doppia prospettiva. Non conosce solo arroganza e perfidia ma anche la paura materna di perdere suo figlio, ora che ha ritrovato la madre biologica.
Eccezionale il personaggio di Tremotino/Mr Gold, interpretato da Robert Carlyle (Trainspotting, 1996 – Eragon, 2006) che ne veste i panni come fossero i suoi, suggestivo e convincente.
Il cast è corposo e ad ogni puntata aumenta concentrandosi su un personaggio o creatura mitica diversa.
La serie è intrigante anche per merito del tipo di narrazione, simile a quella che i produttori Adam Horowitz e Edward Kitsis avevano già impiegato in Lost (2004-2010) e che le hanno conferito tanto successo.
Tale narrazione consiste nell’esplorazione di mondi diversi attraverso una serie di flash, in cui si interrompe il racconto nel tempo presente sia per retrocedere nel passato che per creare uno spazio temporale tra due mondi paralleli.
Da tutto ciò ne scaturisce un ritmo concitato, mai banale. È una storia matura, avvincente e ben allacciata in tutte le sue parti. Se siamo troppo cresciuti per leggere fiabe, non potevamo chiedere di meglio se non far crescere le fiabe stesse.
Mentre in America è andata in onda l’ultima puntata della seconda stagione, il 10 maggio 2013 la ABC ha comunicato il rinnovo per una terza.