Moulin Rouge

Moulin Rouge

moulinRegia: Baz Luhrmann
Anno: 2001

Incoscienza, leggerezza e gioia di vivere: sono le tre parole che descrivono il Moulin Rouge e che Baz Luhrmann ha cercato di ricreare (almeno inizialmente) nella pellicola americano-australiana del 2001, che si ispira appunto al famoso locale parigino.

E non c’era modo migliore di farlo, se non attraverso un film musicale, scelta azzardata, ma prevedibile per l’autore di Ballroom Dancing (1992) e Romeo+Giulietta di William Shakespeare (1996), che termina, con Moulin Rouge!, la sua trilogia cosiddetta tenda rossa (il rosso é decisamente il colore dominante nel film).

Per quanto il genere musicale sia sempre molto criticato o sottostimato, ben si presta per questo spettacolo spettacolare, in cui Ewan McGregor e Nicole Kidman si sono calati totalmente. Ancora una coppia ostacolata per il regista: Christian é un giovane poeta che si trasferisce a Parigi, nel quartiere bohémien, e che si innamora della punta di diamante del Moulin Rouge, Satine. Il film prende spunto in parte dal romanzo  La Dame aux camélias  del figlio di Alexandre Dumas (che narra della storia d’amore tra Margherita, la cortigiana più bella di Parigi, e Armando Duval), in parte a opere quali La Bohème e la Traviata, con le quali trasposizioni ha infatti iniziato la sua carriera Baz Luhrmann.

La musica, insieme con la sceneggiatura e gli abiti, é protagonista indiscussa del mondo cinematografico del Moulin Rouge: le canzoni reinterpretate per il film dai due attori principali e dal resto della troupe del locale, vanno da All You Need Is Love dei Beatles o Pride degli U2 a Roxanne dei Police, da The Show Must Go On dei Queen alla ripetuta Your Song di Elton John. La colonna sonora raccoglie, in questo modo, uno spettro musicale che va dal 1940 al 2000, rimescolato e riproposto per accordarsi alle note della trama.

Nicole Kidman, in particolare, incarna molto bene le vesti della cortigiana, sfacciata, ma raffinata, aurea nel suo pallore e che spiazza tutti, compreso Toulouse-Lautrec (John Leguizamo), con la sua presenza e la sua voce. Soprattutto se viene calata dal soffitto, con il gioiello più caro mai creato per un film, cantando Diamonds are a girl’s best friends (Marilyn Monroe).

Ogni brano é accompagnato da coreografie (tra cui l’immancabile Cancan) e scene teatrali, permeate di irrealismo, il tutto ripreso da una vorticosa camera, che tuttavia non si lascia mai sfuggire i preziosi dettagli dei corsetti e dei merletti, nonché dei corpi delle scatenate ballerine.

Il film, presentato anche al Festival di Cannes,  è risultato infatti vincitore di due premi Oscar nel 2002, per la Migliore Scenografia e i Migliori Costumi, vincendo due delle otto nomination avute.

Nonostante le critiche avverse all’uscita del film, soprattutto relative alla debolezza della trama, resta, nel genere dei film musicali, uno dei più riusciti. Da vedere per essere trasportati nella Belle Epoque, nel momento della rinascita delle arti e nel fiore di una Parigi vitale, dove, comunque vada, lo spettacolo deve sempre continuare.