Regia: Viviane Blumenschein
Anno: 2012
Al suono del tango, cantato in varie lingue e declinato nelle diverse tradizioni, il film segue il viaggio di tre musicisti argentini diretti in Europa per scoprire se sia vero che il tango è nato in Finlandia.
Partendo dall’apparente assurdità di tale ipotesi – che pure si avvale dell’autorevole testimonianza del regista finlandese Aki Kaurismäki – il film si trasforma gradualmente in un dialogo tra culture radicalmente differenti, che di queste rivela caratteri, nevrosi ed elementi d’orgoglio.
Sposando inizialmente lo scetticismo e l’incredulità dei protagonisti, la Blumenschein costruisce una sorta di indagine sociologico-culturale mantenendosi aperta all’incontro e presentando spiegazioni ragionevoli su entrambe le possibilità di origine di questo genere musicale.
Nonostante sia incentrato sul tango come forma musicale che riflette una cultura (ma non una soltanto), Midsummer night’s tango non è un film per specialisti, anzi può rappresentare un’occasione per incontrare un universo musicale insolito. Avrete come guide un cantante, un suonatore di bandoneón e un chitarrista, che vivranno insieme a voi una vera e propria avventura, soprattutto interiore. Il confronto con la possibilità di vedersi strappare un elemento fondante del proprio patrimonio culturale rappresenta infatti per questi musicisti un percorso di crescita sia artistica sia intellettuale, che la regista di Dance for all (2007) e di Going against fate (2008) descrive con mano leggera attraverso dialoghi solo apparentemente faceti e situazioni al limite del surreale. Scene come quella in cui i nostri eroi si perdono nel bosco e per ricominciare il cammino devono seguire un vecchio che trasporta una sauna mobile diventano metafore della (consapevole?) necessità di affidarsi alla cultura straniera per poter far luce sul mistero che mina le basi dell’identità dei protagonisti.
Midsummer night’s tango non è soltanto un film sulla musica: è un oggetto ibrido tra il documentario (numerose sono le interviste a grandi musicisti finlandesi) e un lungometraggio on-the-road, dove il tango diventa strumento per esplorare territori altri come l’amicizia maschile, l’orgoglio nazionale, le passioni viscerali e il legame tra una nazione e le proprie tradizioni culturali.
Sullo sfondo, fotografati con maestria, paesaggi mozzafiato che offrono un corrispettivo visivo alle canzoni della colonna sonora, le quali alternano testi malinconici ad altri più scanzonati conferendo così al film una giusta varietà di ritmi.
Il film sarà replicato giovedì 12 settembre alle 21 presso il Teatro Strehler.