Il sodalizio tra Ennio Morricone e Giuseppe Tornatore è iniziato con Nuovo Cinema Paradiso (Giuseppe Tornatore, 1988) e, negli anni, non si è mai interrotto. Ancora oggi il regista siciliano si affida alle mani esperte del musicista per girare uno dei suoi migliori film. La migliore offerta (The Best Offer, Giuseppe Tornatore, 2012) è l’ultima, e ben riuscita, fatica di Tornatore che racchiude in sé i drammi dell’amore e della solitudine, incorniciando la trama con immagini e suoni spettacolarizzanti.
Morricone mostra, ancora una volta, la sua adeguatezza a tutto tondo, reinventando se stesso pur non abbandonando mai il suo tocco inconfondibile e citando delicatamente il classicismo. Attraverso questo film il compositore perfeziona se stesso e la sua ricerca sperimentale, il continuo studio musicale e sonorico che, nonostante la grandezza, egli non abbandona mai.
La riflessione, lo stupore e l’indagine sono parole essenziali per la descrizione del film; queste si rivelano corrette anche per la colonna sonora affidata all’ariosità degli archi, interpretati e accarezzati magistralmente dalla Roma Sinfonietta e della Czech National Symphony Orchestra.
Dal principio fino ai titoli di coda i suoni sono scroscianti e inquieti, gli archi risuonano indeterminati e sgomenti, rievocano nostalgie e raramente risuonano felici. L’angoscia e la malinconia sono perpetui e costanti e, a più riprese, si incrociano con lamenti e voci femminili che altro non fanno che ampliare la sensazione di malessere emotivo.
La tristezza, ma soprattutto l’amarezza che attaglia tutto il film sono udibili dall’inizio, nella prima traccia della colonna sonora La migliore offerta.
Anche Volti e fantasmi rispecchia questa descrizione, giocando con diversi toni di voce e viaggiando sul confine tra onirico e reale, sgomentando spettatore e protagonista del film.
Ovviamente Morricone non dimentica l’impostazione narrativa che Tornatore ha voluto dare al film; è sicuramente definibile come un thriller, forse atipico e concentrato su tematiche umane, ma pur sempre una pellicola caratterizzata da suspence. Nevrosi fobica descrive appieno questo intento, destreggiandosi tra archi e accordi distaccati e discordanti; nevrotici, per l’appunto. Sguardi furtivi poi coadiuva la finalità trepidante con toni cupi e al tempo stesso indagatori.
La solitudine, la malinconia e la fragilità umana, riscontrabili nel protagonista, sono accompagnati dal suono che riecheggia nelle menti dello spettatore avvicinandolo allo stato di tensione che accomuna tutte le scene.
Il punto di rottura e il doloroso susseguirsi di eventi arrivano dopo un lento crescendo musicale, segnato da ricerche e rincorse affannose, come sentiamo in Cercarla e non trovarla.
Perduta risuona quasi ingannatoria poiché sembra segnare la conclusione della trama intricata, con un’instabilità sonora che fa percepire la rassegnazione e fa presagire la fine dell’unica storia che sembra ritratta sullo schermo. Ma nonostante questa sensazione, l’intrigo riprende e Le vuote stanze descrive il continuo muoversi della storia, giocando su una perfetta sintonia tra viole e violini che si insediano tra l’incertezze e la voglia di cambiamento.
Dal momento di risalita precedente, ci si ritrova di nuovo sbattuti di fronte ad una realtà, forse inimmaginabile, con Pareti bianche dove la tensione scenica e umorale è altissima ma al tempo stesso il fraseggio tremolante cade nella disperazione più acuta, trasformandosi piano piano in amarezza incurabile.
La chiusura della colonna sonora torna al punto di partenza, così, come ultime due tracce troviamo ancora una volta La migliore offerta e Volti e fantasmi. È un espediente necessario per ristabilire l’ordine del film che, da un certo punto di vista, termina come è iniziato: malinconico e solitario.
L’esaltazione di questa solitudine è ancora più forte del finale, con l’echeggiare di sussulti femminili che sono un omaggio e un accompagnamento al dolore amoroso, segnato da una vana speranza e da un mistero doloroso e irrisolvibile.
Tutta la composizione è una descrizione di bellezza, fredda e aulica, composta magistralmente dal grande maestro e genio della composizione.
1. La migliore offerta
2. Volti e fantasmi
3. Un violino
4. Nevrosi fobica
5. Sguardi furtivi
6. Cavea
7. Cercarla e non trovarla
8. Alla villa
9. Perduta
10. Un cancello
11. Il vuoto dentro
12. Le vuote stanze
13. A quattro voci
14. Inspiegabile
15. Pareti bianche
16. Ritratti d’autore
17. Senza voce
18. La migliore offerta
19. Volti E Fantasmi