Sabrina

Regia: Billy Wilder
Anno: 1954

È notte ed è molto tardi, qualcuno qui attorno sta suonando La vie en rose. È la maniera francese per dire: “Sto guardando il mondo con degli occhiali colorati di rosa”, ed è esattamente quello che provo io adesso.

Ho imparato tante cose qui, e non soltanto come si fa il canard à l’orange o la crème à la vichy, ma una ricetta molto più importante: ho imparato a vivere. Ho imparato ad essere qualcosa di questo mondo che ci circonda, senza stare lì in disparte a guardare. Stai pur certo che ormai non la fuggirò più la vita… e neanche l’amore. (Sabrina)

Sabrina (Audrey Hepburn), timida e romantica, è la figlia dell’autista della ricca famiglia Larrabee. Fin da bambina è innamorata del secondogenito David (William Holden), un donnaiolo con matrimoni falliti alle spalle che non si accorge minimamente di lei. Sabrina passa spesso le serate a spiarlo dall’albero davanti alla terrazza, dove i Larrabee danno le feste. Finché un giorno, sconsolata, decide di farla finita, respirando i gas di scarico delle automobili chiuse in garage. Viene salvata per puro caso da Linus (Humphrey Bogart), il primogenito Larrabee, che vive solo per il proprio lavoro.

Il giorno dopo Sabrina partirà  alla volta di Parigi, per frequentare una scuola di cucina e dimenticare David.
Dopo due anni torna a casa completamente cambiata, David non la riconosce e se ne innamora all’istante. Linus si preoccupa di questo invaghimento di David, perché deve sposare una ricca fanciulla e col matrimonio concludere un importante affare finanziario che farebbe la fortuna dell’azienda paterna.

Per un banale incidente, David è costretto a letto e Linus ne approfitterà per cercare di  convincere Sabrina a tornare a Parigi. Trascorreranno molto tempo insieme e Sabrina si renderà conto che Linus non è affatto un freddo uomo d’affari.

La fanciulla di umili origini che si innamora del “principe”, è tipica delle fiabe ed anche questo film è una fiaba con un lieto fine leggermente diverso da quello che ci si aspetterebbe.

Sabrina è l’adattamento di una piece teatrale di Samuel Taylor, sceneggiato, prodotto e diretto da Billy Wilder, che ripropone i temi fondamentali della commedia rosa: la festa danzante, le notti di luna piena, la gita in barca, una punta di ironia. I Larrabee e gli altri ricchi appaiono come “diversi”, a confronto con i domestici, che appaiono saggi e moderati, anche se abbastanza impiccioni.

Il tema di fondo è simile a quello dei film precedenti di Wilder: Sabrina ha in testa un’idea fissa che la trasforma in un’arrampicatrice sociale, è decisa a realizzare il suo sogno a costo di accettare menzogne, compromessi e manipolazioni.

Questi temi, appena accennati in Sabrina, saranno rafforzati nei film successivi del regista, che arriverà a dare un nuovo tono alla commedia americana, calibrando (anche grazie alla collaborazione con Lubitsch) effetti comici, situazioni ridicole e critica sociale.

Questo film è entrato a far parte della storia del cinema grazie alla bravura, classe e grazia di Audrey Hepburn.

Humphrey Bogart, invece, sembra “fuori ruolo”. Inizialmente, infatti, la parte di Linus era stata pensata per Cary Grant che, nonostante buoni rapporti con Wilder, non accettò mai di fare un film con lui.

In Sabrina, Bogart non è più l’avventuriero misterioso e affascinante di Casablanca ( Michael Curtiz 1942), ma un signore maturo, pignolo, cinico, che pensa solo al lavoro ed allo stesso tempo impacciato con le donne (e con Sabrina, in particolare). Al contrario, William Holden incarna perfettamente la parte del giovane bello e desiderabile.

Sabrina è anche il film con cui Wilder inaugurerà la serie della rivincita dei brutti, tema più evidente in Quando la moglie è in vacanza (“Seven Year Itch”, 1955), quando il maturo Tom Ewell (nel ruolo di Richard Sherman) prenderà a pugni il più giovane e prestante corteggiatore della moglie o in Baciami, stupido (“Kiss Me, Stupid!”,1964), quando Ray Walston (nel ruolo di Orville J. Spooner) riuscirà a conquistare la giovane e bella Polly (Kim Novak).

Nel 1954, Sabrina di Wilder entra nella top ten dei migliori film dell’anno. Nel 1955, ottiene 6 nomination agli Oscar, vincendo il premio per i migliori costumi ed il Golden Globe per la migliore sceneggiatura.
Nel 2002 è stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.