Quel che sapeva Maisie

Quel che sapeva Maisie

Regia: David Siegel e Scott McGehee

Anno: 2013

Maisie (Onata Aprile) ha solo sei anni, ma sa già alcune cose importanti della vita. Sa che sua mamma (Julianne Moore) va spesso in tournée con la sua band e la lascia a casa sola e sa anche che suo papà (Steve Coogan) è assente da casa per lavoro e per lui questo viene prima di tutto. La mamma e il papà di Maisie non vanno d’accordo e spesso litigano furiosamente. Nemmeno questo sfugge a Maisie.

Quando i due si lasciano, per la piccola inizia una nuova vita senza sorriso, rimbalzata dalla casa della madre a quella del padre, e prende il via la solita storia per l’affidamento dentro e fuori dai tribunali con relative ripicche tra genitori. Un giorno però la bimba conosce Lincoln (Alexander Skarsgard), il nuovo giovane boyfriend della mamma, e Margo (Joanna Vanderham), già sua tata ed ora accoppiata col papà, e di loro sente che si può fidare. Vuoi vedere che Maisie sa già che all’orizzonte della sua incasinata vita si profila un raggio di sole grazie a questi due?

Il film tratta il tema dell’infanzia e dei difficili equilibri famigliari con molta sensibilità e delicatezza; l’ottica è tutta dalla parte della bimba che guarda con innocenza e smarrimento il mondo caotico degli adulti e in questo cerca un suo spazio.

L’immagine della famiglia non ne esce bene, incapace di creare armonia ed equilibrio per la figlia, a cui non bastano una cameretta piena di tanti bei giocattoli e i frettolosi abbracci dei genitori, dati per sentirsi meno in colpa. La pellicola mostra lo spaccato realistico e senza sconti di una realtà in cui pare impossibile comunicare all’interno del nucleo famigliare, lontano dal modello edulcorato tante volte mostrato dal cinema americano.

Il film è diretto da Scott McGehee e David Siegel, già autori dell’interessante I segreti del lago (The deep end, 2001), che indagava i rapporti famigliari tra madre protettiva e figlio sullo sfondo di una torbida storia, ed è ispirato all’omonimo romanzo di Henry James, qui trasposto in un moderno contesto metropolitano. In alcuni momenti ricorda il classico Kramer contro Kramer (1979), anche se non sempre approfondisce del tutto i personaggi, rendendoli schematicamente freddi e immaturi (i genitori) e buoni e simpatici (Lincoln e Margo). Sicché ad un certo punto è facile prevedere come andranno a finire le cose.

Tuttavia la pellicola è supportata dall’ottima prova di tutti gli attori, specie di Julianne Moore (Magnolia, The hours, Maps to the stars), sempre brava e credibilissima come nevrotica mamma rockstar, e rivela al grande pubblico la piccola Onata Aprile nella parte di Maisie, sguardo profondo e triste, la cui recitazione sommessa e naturalistica per una volta non ricorda quella dei tanti bimbi prodigio che passano come meteore sullo schermo. Interessante scoprire un inedito Alexander Skarsgard (Straw dogs), che, abbandonati i panni vampireschi della serie tv True blood, si cala nel ruolo del gentile e sensibile Lincoln.