Miss Violence

Miss Violence

miss2Regia: Alexandros Avranas
Anno: 2013

Vincitore del Leone d’Argento alla 70° Mostra del Cinema di Venezia e della Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile per il protagonista Themis Panou. Presentato il 9 Settembre 2013 al Festival di Toronto e in distribuzione nella nativa Grecia dal 21 Novembre 2013. Miss Violence sarà distributo in Italia ma non sono ancora note le date ufficiali.

Il film racconta una difficile storia di dinamiche familiari oppressive e degradate, con una regia programmaticamente fredda e ricca di immagini simboliche e sequenze forti.

Durante la sua festa di compleanno, l’undicenne Angeliki con un’espressione assolutamente impassibile si getta dal balcone di casa, scatenando la reazione disperata dei familiari, e i dubbi degli assistenti sociali. Tuttavia nei giorni successivi tutto in famiglia sembra tornare alla normalità; i personaggi di contorno sono sorpresi, e con loro lo spettatore.

La sceneggiatura ci fa entrare a poco a poco in un mondo claustrofobico, di manipolazione e assenza di privacy, impossibilità di decisione. Scopriamo presto che il nonno, unico uomo adulto della famiglia, costringe le figlie alla prostituzione, e aveva probabilmente in serbo una sorte simile anche per la nipote suicida.

La storia procede con passo misurato, ma non lento, come un puzzle di cui ricostruiamo la composizione. In questa trama apparentemente scarna sono presenti tanti aspetti che vengono fuori a poco a poco, aggiungendo sempre nuove sfumature all’orrore familiare rappresentato qui con occhio a tratti impassibile, a tratti impotente. Una storia vissuta essenzialmente da donne, in cui l’uomo è rappresentato come un freddo sfruttatore, capace di un affetto distorto nei confronti delle sue vittime, inibite e complesse, ma non ancora spezzate.
Il regista ha affermato in proposito: “Il film è tratto da una storia reale accaduta in Germania, tre volte più dura. Il cinema ha il dovere di rappresentare queste vicende, ma non può esagerare con la violenza, per evitare che lo spettatore abbia una reazione di chiusura e rifiuto nei confronti della storia”.

La colonna sonora accompagna le immagini del film allineandosi alla sobrietà dell’insieme. La musica è spesso presente nelle scene più pregnanti del film, facendo da contrappunto ironico a una situazione profondamente sgradevole. Un esempio di questo è la scena in cui la figlia maggiore (Eleni Roussinou) viene portata dal padre a casa di un cliente, e siede sul divano mentre questi ultimi ballano al ritmo di L’italiano di Toto Cutugno.

Il film, duro quanto coinvolgente, è il secondo lungometraggio di Avranas dopo Without del 2008 ed è prodotto dallo stesso regista.
Una storia di carnefici e vittime, in cui il legame fra gli uni e gli altri è molto forte e il confine a tratti labile. Quanta sofferenza è in grado di sopportare l’essere umano? Qual è il grado di responsabilità per una madre vittima che non riesce a proteggere i figli dal suo stesso oppressore?