ParaNorman

Regia: Chris Butler e Sam Fell
Anno: 2012

Nuovo film d’animazione per la Laika Entertainment che, dopo aver prodotto Coraline e la porta magica (candidato agli Oscar 2010 come miglior film d’animazione), propone un capolavoro di computer-grafica, per grandi e piccini, in bilico tra commedia e horror.
Hollywood ci ha proposto numerose pellicole sul tema del paranormale e dei fantasmi e lo ha fatto in tanti modi diversi, procurando notti insonni (Shining, Stanley Kubrick, 1980 o The sixt sense, S. M. Shyamalan, 1999), facendo piangere ed emozionare (Ghost – fantasma, Jerry Zucker, 1990) o strappando una risata (La casa dei fantasmi, Rob Minkoff, 2003). In questo filone tematico si iscrive il film di animazione ParaNorman di Sam Fell (Giù per il tubo, 2006), scritto da Chris Butler (La sposa cadavere, 2005).

ParaNorman racconta la storia di un bambino, Norman, di appena undici anni, che ha ereditato il dono – se così possiamo definirlo – di parlare con i defunti. Piuttosto macabra come prefazione, se non fosse che queste entità ectoplasmatiche risultino essere le compagnie preferite dal nostro protagonista, a discapito degli emarginanti e anti-sociali soggetti rappresentati dalla propria famiglia e dal resto di tutta Blithe Hollow – cittadina perbenista in cui vive.

Norman è un appassionato di film horror di serie b, un emblematico nerd, sempre in compagnia della nonna, saggia e presente ma già morta da un pezzo, e per questo deriso e sbeffeggiato negli ambienti scolastici, da Alvin (il tipico bulletto dal corpo grande come un armadio e un cervello piccolo come una carammellina alla menta) e a casa dalla sorella, Courtney (emblema della superficialità, il cui ruolo da cheerleader ne delinea la più classica e banale delle personalità). L’unico alleato di Norman è Mr. Prenderghast, zio di Norman e vecchio pazzo – almeno apparentemente – che possiede lo stesso dono del ragazzo: anche lui vede i morti. Sarà proprio lo zio, prima di morire, ad informare Norman della imminente vendetta di una strega, giustiziata sul rogo 300 anni prima, che progetta di invadere la cittadina con orde di zombie affamati.
Toccherà a Norman, naturalmente, salvare tutto e tutti.

Il risultato? Eccezionale.
In 93 minuti di autentico spettacolo, questo film di animazione con una narrazione scorrevole, ci regala gag esilaranti e colpi di scena degni dei più recenti lungometraggi horror. Un prodotto dalle atmosfere cupe, così goticheggianti che ricordano il Tim Burton di The Nightmare before Christmas (1993). Da sottolineare la cura dei dettagli comici – indice del lungo e attento lavoro di tutte le 350 persone che hanno collaborato al progetto – perché in Paranorman si ride, si ride tanto e profondo, con tanto di morale finale. Un messaggio assolutamente mai scontato, magari con un finale smielato (ma non dimentichiamo che si parla sempre di un film per ragazzi) che valorizza la diversità a discapito di una moralità preconfezionata.

La rivolta al pregiudizio e all’abnegazione, il sogno di chi affronta, tutti i giorni, quella “attualità reale che continua incessantemente a definirsi normalità“. E allora, buona visione a tutti.

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